Mantova, 28 aprile – A 2 mesi dalla sospensione, domani riaprono, finalmente, i mercati contadini. Si inizia domani, mercoledì 29 aprile, con il mercato di Asola, che sarà spostato, per l’occasione in piazza Mangeri. Si proseguirà poi sabato 3 maggio con il mercato contadino di Ostiglia, che si tiene in piazza Garibaldi.
La maggior parte dei marcati riapriranno la prossima settimana: martedì a Nogara, in via Ferrarini, di fronte a Palazzo Maggi, sede della biblioteca comunale, giovedì a Guastalla, venerdì a Suzzara, a cui seguiranno, poi, tutti gli altri 30 mercati gestiti dal Consorzio agrituristico mantovano.
Le riaperture avvengono nel pieno rispetto delle misure di prevenzione igienico-sanitaria stabilite con l’ordinanza 532, che la Regione Lombardia ha emesso il 24 aprile scorso, in particolare per quanto riguarda il rispetto del distanziamento e della distanza interpersonale. In verità, il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm), 22 marzo 2020 ne consentiva la riapertura tanto tempo prima ma, purtroppo, sono ben pochi i Comuni, soprattutto in Veneto, che hanno mantenuto aperti i mercati contadini. Tra questi anche il Comune di Torino, in cui, sin dal 23 marzo è stata autorizzata la riapertura dei mercati rionali e contadini all’aperto. Sulla base di queste esperienze e delle limitazioni conseguenti, sono state raccolte importanti contributi che rendono i mercati all’aperto luoghi di estrema sicurezza.
La riapertura dei mercati contadini tiene conto delle esigenze di prossimità del quartiere, contribuisce a ridurre gli assembramenti nelle strutture della distribuzione commerciale e risponde ad impellenti ragioni sociali ed economiche. Le aziende agricole partecipanti, infatti, sono a conduzione prevalentemente familiare ed hanno organizzato la loro azienda per la vendita diretta.
Con la sospensione dei mercati contadini, è venuto meno il principale sbocco commerciale e la più importante fonte di reddito per la famiglia rurale, proprio nel momento in cui vengono a maturazione molti prodotti che non possono essere raccolti per la mancanza di sbocchi. Si manifesta, così, il paradosso di cibo lasciato nei campi a marcire e di scaffali sempre più vuoti nei punti vendita della distribuzione commerciale.
La via del conferimento ai mercati generali è quanto mai impervia, perché significa assoggettarsi a contratti capestro, così come risulta impraticabile il ricorso alla distribuzione commerciale per difficoltà logistiche e per politiche di compressione dei prezzi all’origine. L’attivazione di altre forme di vendita diretta, tra cui gli acquisti negli spacci aziendali e le consegne a domicilio, non riescono a sostituire le attività dei mercati contadini. Per questo la condizione delle aziende orientate alla filiera corta è sempre più difficile. Con la riapertura dei mercati contadini, annota Marco Boschetti, direttore del Consorzio agrituristico mantovano “si mantiene il rapporto diretto con i consumatori, viene confermata la produzione territoriale, si alimenta la fonte di cibo sano e, perciò, rigenerante e ne risente in modo benefico tutto l’ambiente”.