MANTOVA CHIAMA L’EUROPA. CORTESI: «SI SCELGA UN FUTURO AGRICOLO MODERNO, NON UN PASSATO NOSTALGICO CHE NON CI APPARTIENE PIÙ»

Un confronto sulla futura politica agricola dell’Unione Europea, alla vigilia delle elezioni del prossimo 26 maggio, che andranno a costituire un nuovo parlamento e una nuova commissione. Con questo obiettivo si è aperta questa mattina (11 aprile) “L’agricoltura mantovana chiama l’Europa”, l’assemblea provinciale di Confagricoltura Mantova, andata in scena al Ma.Mu. alla presenza dei candidati alle prossime europee.

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A fare gli onori di casa Alberto Cortesi, presidente di Confagricoltura Mantova, che ha lanciato messaggi ben chiari al mondo della politica e delle istituzioni: «Noi rappresentiamo un’agricoltura fatta di elevatissima qualità, declinata in una produzione con grandi numeri, un’agricoltura professionale della quale andiamo orgogliosi e della quale deve andare orgoglioso chi questo paese lo rappresenterà in sede europea. Il parlamento europeo che andremo presto a scegliere avrà l’enorme responsabilità di scegliere tra un futuro agricolo moderno, fatto di innovazione, scienza e tecnologia, o un’agricoltura ormai figlia di un passato nostalgico, che non ci appartiene».

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Ma i temi su cui lavorare sono molteplici, a partire «dalla fertilizzazione dei suoli – prosegue Cortesi – e dalla contestuale valorizzazione degli effluenti zootecnici, con il suolo mantovano inaccettabilmente considerato per il 98% come vulnerabile, fino ad arrivare naturalmente alla riforma della Pac, che minaccia nuovi tagli». Su questo tema Cortesi si è soffermato maggiormente: «Da questo punto di vista Mantova ha già dato, con un taglio del 10% ai contributi rispetto al 2014 e il rischio di perdere oltre tre milioni di euro all’anno nella prossima programmazione. Un’agricoltura specializzata come la nostra non può esistere senza un adeguato riconoscimento economico, il concetto stesso di Pac deve essere ripensato».

Dopo la consegna del premio “Agricoltura Mantovana” 2019, andato al fondatore del portale Clal.it Angelo Rossi, è salito in cattedra il giornalista Oscar Giannino, che ha condotto un dibattito con Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia), Andrea Fiasconaro (Movimento 5 Stelle), Pier Luigi Mottinelli (Pd) e Pietro Tatarella (Forza Italia).

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Tra i temi toccati gli accordi bilaterali come Ceta e Jefta, la salvaguardia delle tipicità nazionali, le infrastrutture, la necessità di aumentare il peso dell’Italia in seno agli organi comunitari e l’impossibilità, quest’ultimo è stato un pensiero comune di tutti i rappresentanti politici presenti, di avere una riforma Pac che livelli verso il basso l’erogazione dei contributi.

La chiusura dei lavori è stata affidata al direttore generale di Confagricoltura, Francesco Postorino, e al vicepresidente nazionale, Matteo Lasagna: «I fondi per tutti i paesi dell’Unione Europea – ha detto Postorino – ormai non ci sono più. Dobbiamo quindi ragionare su come ridistribuire le risorse in maniera funzionale, dato che in Europa l’agricoltura è profondamente diversa da stato a stato, così come lo è tra le varie regioni italiane». «Ai rappresentanti della politica – ha detto Lasagna – chiedo di lavorare in stretto contatto con le organizzazioni di categoria, le uniche che possono fornire loro un adeguato supporto tecnico nella definizione delle linee guida realmente necessarie alle nostre aziende».

(foto C.M.)

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